mercoledì 24 novembre 2010

Amor fati

Ci sono, sono tornato in carreggiata.
Ho sbandato e sono finito fuori dal percorso principale, ma ora so di nuovo che la direzione intrapresa è quella giusta. Non so dove mi condurrà, ma sono in pace con me stesso. Smetterò di scrivere questo blog nel giro di qualche ora. Sono contento che mi abbia permesso di scrivere pensieri profondi che su Facebook non avrebbero mai trovato spazio.

Quanto tempo ci metto a capire ogni volta.
Non so dove mi condurrà questa strada, ma so che è quella che devo seguire. Lo vedo, lo capisco. Non so se sarai parte della mia vita, ma va bene comunque vada. Se non ci sarai più, vorrà dire che sarai stata solo una deviazione sul mio percorso. Se ci sarai sarò lieto di averti e di non aver mai gettato la spugna.

Mi fido di te.
Sei sempre stata tu ad indicarmi la strada negli ultimi mesi, anche se non lo sai e, forse, non lo saprai mai. E lo farai ancora, forse per l'ultima volta o forse per molte altre volte ancora. In ogni caso sarai fondamentale.

Io ci credo. Posso essermi guardato attorno per qualche istante, ma non mi sono mai realmente fermato. Ci credo.

domenica 7 novembre 2010

BLACKOUT

Non riesco a dormire. Non posso dormire. Per quanto mi stia sforzando certi pensieri mi strangolano il cervello; un cortocircuito mentale è in arrivo, un'emicrania è appena passata.

Ed eccomi qua, al termine di uno dei peggiori giorni della mia vita, fingendo che tutto vada bene, ma in realtà tutto (o quasi) va a rotoli. E' tempo di bilanci e lo ammetto: non comprendo il modo in cui hai agito, la tua reazione, la tua mancanza di fiducia nei miei confronti. Quando ti renderai conto che è molto quello che ho fatto per te in questi due anni potrebbe essere troppo tardi. Ma io l'ho sempre fatto volentieri: mi sono sempre interessato a te. Sono stato pronto a sostenerti nei tuoi progetti e a valutarli prima e forse più di altra gente. E mi dispiace che questo passi inosservato ai tuoi occhi, quegli stessi occhi che hanno smesso di fidarsi del sottoscritto per motivi che tuttora ignoro. E non credo di aver mai agito nel torto. Neppure ora, neppure ora per quello che mi rinfacci. Un amico non dovrebbe porre restrizioni a un altro amico, se non per la ricerca di un bene superiore. Non si tratta di fare sgarri a nessuno, si tratta semplicemente di lavorare per una persona con cui si ha un buon rapporto. E cosa c'è di male? Non capisco...e non capirò...come questo possa influire sul nostro rapporto. Rimane il forte dispiacere condito da un retrogusto amaro di avere fatto qualcosa, pur non ritendomi colpevole di nulla. E dispiace. Cazzo se dispiace sentirti pensare e dire quelle cose.

Come se non bastasse essere ferito da un amico, la sera non puo' che portare ulteriori problemi. L'inaspettato si palesa. Un inaspettato paradossalmente da tempo voluto. Un inaspettato spiazzante al punto da lasciare senza parole. Per come la cosa è successa e per come sarebbe dovuta succedere. Ma è colpa mia.

No, non è andato bene niente oggi. Rimane però la mia ferma convinzione che quando la vita toglie è perchè qualcosa deve invece dare. In questo equilibrio precario spero di poter vedere un giorno la verità dietro l'illusione.

sabato 6 novembre 2010

Idealizzazioni

Come ricorderò la mia adolescenza fra qualche anno? Cosa è successo? O, forse, cosa non è successo? Cosa varrà davvero la pena di ricordare? Se c'è una cosa in cui sono davvero infallibile è idealizzare le persone. Un errore ripetuto troppe volte, ma da cui non ho mai imparato la fatidica lezione.

Merito di sbagliare ancora...e ancora...e ancora. Tu sei solo una persona come tutte le altre. Voi siete delle persone come tutte le altre. Eppure dentro di me questa verità incontrovertibile era palesemente falsa, le idee sconfessavano i fatti, ma i fatti sbugiardavano le idee. Non volevo vedere, avevo paura. Il mio mondo era più bello, il mio mondo non era reale.

Ti considero un bagliore in fondo a un lungo viale oscuro: percepisco la tua presenza, vedo la tua aura luminosa emergere dall'ombra, ma non riesco a delineare le tue forme. Segno la mia prossima condanna. L'ho già scritta. Ma ti seguirò...e ti troverò.

mercoledì 27 ottobre 2010

Alla fonte

E' proprio quando meno te l'aspetti che ti prende quella strana forza creativa, e così, nella serata di ieri, mi sono ritrovato ad abbozzare una nuova possibile sceneggiatura. Quella notizia mi ha lasciato terribilmente indignato e non potevo che reagire...a modo mio, naturalmente. Rabbia e frustrazione, è noto, sono una notevole fonte d'ispirazione per grandi racconti. In fondo, cosa c'è di meglio di un forte litigio famigliare per risvegliare quelle parti nascoste di sè che chiedono incessantemente di essere ascoltate?

Da un lato provvederò quindi a filmare "?", il corto scritto circa un mese fa, mentre dall'altra mi ritroverò a impostare e scrivere un nuovo script. Ho la base, ma mancano loro, i personaggi. Li troverò...o loro troveranno me. Poco importa: l'unica cosa che conta è che in un modo o nell'altro c'incontreremo. Cresce intanto l'esigenza di un qualcuno che se la senta di leggere i lavori in anteprima...una necessità sviluppatasi negli ultimi mesi nata dal desiderio di critiche e conferme. Una sorta di via libera per la strada maestra.

Intanto, mentre aspetto ulteriori responsi su "17.32" da gente fidata, non posso che apprezzare la pubblicità che alcuni Amici hanno fatto nelle loro pagine di Facebook. Sono piccoli gesti, ma che per me contano davvero molto.

venerdì 22 ottobre 2010

"Our hopes and expectations...

...black holes and revelations". Capisco solo ora queste parole di Starlight, la canzone dei Muse. E' incredibile come uno provi a pianificarsi la propria vita...

...le proprie giornate...

...le proprie ore...

...i propri minuti...

...per poi vedere i propri piani sgretolarsi quando si scontrano con la cruda realtà delle cose. E' così che finisco per impostarmi molte giornate. Inutile dire che esse esistono solamente nel mondo delle mie idee...un mondo decisamente troppo bello per poter essere quello reale.

E così si va avanti; di illusione in illusione, incontro a speranze vane, ma mai totalmente sopite. Non capisco. Non vi capisco. Non ti capisco. Non mi capisco.

Ora come ora desidero solo uscire da questo buco nero; ci sono entrato qualche mese fa, ma quello che ho trovato lungo il percorso non mi è piaciuto. Cresce l'ansia e s'insinua il sospetto che le rivelazioni non siano altro che ulteriori delusioni da aggiungere a un rancore oramai corrotto.

mercoledì 20 ottobre 2010

SI'attle!

Solo una settimana fa ho avuto la conferma...John Jacobsen mi ha fatto penare per un mese e mezzo, ma tutto è bene quel che finisce bene...o almeno così dicono.
Così a marzo partirò per Seattle e starò via poco più di un mese, cercando di capire quale deve essere la strada da seguire per il mio futuro. Qualche tempo fa mi sembrava di non essermi presentato alla partenza, ora ci sono finalmente arrivato e partirò con un ritardo enorme rispetto agli altri. Ma ciò che conta, in fondo, è tagliare il traguardo con successo.

E poi, ancora una volta, quando credo di aver finalmente capito, mi accorgo in realtà di avere solo frainteso.

venerdì 15 ottobre 2010

"17.32" - primi responsi

Finalmente ci siamo!

Il film è finito e quattro persone hanno già avuto modo di vederlo. Che dire...il responso è sicuramente positivo e non potrei essere più felice. Sono state fatte molte interpretazioni; c'è chi ci è arrivato più vicino e chi più lontano, ma ciò che unisce queste opinioni è il parere positivo e soddisfatto. Mi sono molto divertito in questi giorni a incentivare il dibattito e devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso nel vedere come ognuno sia venuto fuori con una propria teoria. Ne conto già tre, qualcuna molto credibile e qualcun'altra un po' più "tirata", ma va bene così (per la cronaca solamente uno su quattro ha capito tutto per filo e per segno).

L'obiettivo l'ho centrato se in quei 10 minuti di film la gente pensa ed elabora delle proprie soluzioni, se riflette sulla vita, sulla propria vita, e su cosa voglia dire viverne una al pieno delle proprie possibilità. E' un film che è nato dentro al cuore, dentro al cuore mio e dentro a quello di Marco. Una frase credo che riassuma perfettamente quei pochi minuti: "scegli o la vita sceglierà per te". Sembra banale, ma dietro ad essa si celano la maggior parte dei nostri problemi. Puoi sapere la teoria a memoria, ma nelle tue mani è sprecata se non decidi di attuarla.